| Sommario/riassunto: |
Il volume raccoglie contributi di studiosi dedicati al complesso rapporto tra la rappresentazione dello spazio romano come 'impero universale', destinato a espandersi per includere tutte le genti nel mondo abitato, da una parte, e, dall'altra, la difficile realtà di gestione politica, economica, sociale del territorio e delle aree di frontiera che impegnò il governo romano e i suoi rappresentanti. A livello locale, le autorità imperiali sono sovente chiamate a interagire con genti estranee alla cultura ellenistico-romana; per garantire ordine e pace e risolvere situazioni di conflitto vengono realizzate diverse strategie che alternano il dialogo e l'interazione diplomatica all'uso spesso inevitabile della forza. Al di là della retorica sulla presunta missione del popolo romano, è piuttosto l'evidenza del governo di uno spazio immenso e complesso che ha focalizzato l'interesse degli studiosi coinvolti. Nell'età del principato, tra età augustea ed età tetrarchica, questo rapporto rispecchia anche le relazioni tra il centro del potere e le aree periferiche dell'impero. Vi si individuano le dinamiche che portarono in età tardoantica al nuovo assetto dell'impero come spazio policentrico, dove alla scomparsa di un "centro" corrisponde l'emergere delle aree periferiche e delle culture locali. (Fonte: quarta di copertina) |