Vai al contenuto principale della pagina

The Who’s next / The Who ; produced by The Who ; associate producer Glyn Johns ; executive producers Kit Lambert, Chris Stamp & Pete Kameron



(Visualizza in formato marc)    (Visualizza in BIBFRAME)

Autore: <<The>> Who <gruppo musicale> Visualizza persona
Titolo: The Who’s next / The Who ; produced by The Who ; associate producer Glyn Johns ; executive producers Kit Lambert, Chris Stamp & Pete Kameron Visualizza cluster
Pubblicazione: [S.l.], : Polydor, 1971
Descrizione fisica: 1 disco sonoro : 33 1/3 rpm, stereo ; 30 cm
Disciplina: 782.42166
Persona (resp. second.): JOHNS, Glyn
LAMBERT, Kit
STAMP, Chris
KAMERON, Pete
DALTREY, Roger
MOON, Keith
ENTWISTLE, John
TOWNSHEND, Pete
HOPKINS, Nicky
ARBUS, Dave
Note generali: Registrato e mixato agli Olympic Studios di Londra, ad eccezione della traccia Won’t get fooled again, registrata a casa di Mick Jagger, a Stargroves, all'inizio dell'aprile 1971, utilizzando lo studio Rolling Stones Mobile e mixata agli Island Studios
Contiene: 1: 1: Baba O'Riley (4 min 59 s) ; 2: Bargain (5 min 33 s) ; 3: Love ain’t for keeping (2 min 11 s) ; 4: My wife (3 min 35 s) ; 5: Song is over (6 min 16 s). 2: 1: Getting in tune (4 min 49 s) ; 2: Going mobile (3 min 40 s) ; 3: Behind blue eyes (3 min 40 s) ; 4: Won’t get fooled again (8 min 31 s)
Quinto album in studio del gruppo musicale rock britannico considerato un pilastro della musica rock del XX secolo e collocato dalla rivista Rolling Stone al 28º posto della sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi. Arriva nel 1971 e nasce dalle difficoltà del progetto abortito Lifehouse ideato da Pete Townshend nel tentativo di dare un adeguato seguito alla loro precedente prima opera rock. La nuova opera, che si sarebbe ispirata agli insegnamenti del guru Meher Baba, guida spirituale del chitarrista, non incontrò il favore della band, il progetto non si concretizzò e il chitarrista decise di salvarne comunque le tracce da pubblicare nel nuovo album. My Wife, scritta dal bassista John Entwistle, è l'unico brano dell'album che non porta la firma di Pete Townshend. L’ambizione della formazione ad entrare nella storia del rock è confermata anche dalla copertina, in cui i quattro musicisti “lasciano un segno” più  che evidente su un monolite di cemento e si prendono gioco del ben più celebre monolite di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, che era uscito nei cinema solo tre anni prima e per il quale la band avrebbe dovuto comporre alcune delle musiche. Nel 2003, il canale televisivo americano VH1 ha nominato la copertina di Who's next come una delle migliori di sempre
Titolo di copertina: Who's next
Titolo autorizzato: Who’s next  Visualizza cluster
Formato: Musica
Livello bibliografico Monografia
Lingua di pubblicazione: Inglese
Record Nr.: 996410645903316
Lo trovi qui: Univ. di Salerno
Collocazione: XIX.1.DS. 403
Opac: Controlla la disponibilità qui
Biblioteca: Univ. di Salerno
Opac: Controlla la disponibilità qui