LEADER 03322nam 2200301 450 001 996571971303316 005 20240116123350.0 010 $a978-88-06-25737-8 100 $a20240116d2023----km y0itay5003 ba 101 0 $aita 102 $aIT 105 $ay 00 y 200 1 $aPietà e terrore$ela tragedia greca$fGiulio Guidorizzi 210 $aTorino$cEinaudi$d2023 215 $a215 p.$d21 cm 225 2 $aET 330 $aLa tragedia è il regno dell?irrazionale, il trionfo degli istinti che si traducono in atti estremi, per questo Platone la temeva e la avversava; perché fa emergere la materia informe e oscura della mente e la concretizza non in parole, ma in personaggi che agiscono e somigliano così tanto a veri esseri umani. Tutto nella tragedia avviene qui, nel mondo degli uomini e delle donne. Per le nostre sofferenze non c?è una spiegazione, né sono giustificate da una colpa o da un piano divino, esistono, esiste questo groviglio in cui siamo legati: sono una parte inevitabile del gioco e in fondo a tutto c?è il mistero. Giulio Guidorizzi ci rivela, con l?acribia del grecista, i segreti del mondo degli antichi, e ci mostra, con lo sguardo appassionato del narratore, quanto di noi ancora sopravvive di un tempo tanto lontano eppure vicinissimo. Le eroine e gli eroi del dramma greco portano infatti alla luce i mille volti che ci abitano, svelandoci ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che, malgrado i tempi che cambiano, continueremo a essere. Aristotele osserva che la tragedia comporta il passaggio tra una condizione e l?altra, dalla gioia alla sofferenza, e questa è la catastrofe. Tutto in poche ore, perché le convenzioni tragiche impongono che la sventura attacchi d?improvviso un uomo nell?arco di una sola giornata: Edipo era re la mattina e miserabile alla sera, Eracle trionfatore ma subito dopo folle e massacratore dei figli, Agamennone arriva in patria vittorioso ma nel momento del trionfo viene ucciso nella sua stessa reggia, persino Serse, il gran re persiano, convinto di essere invincibile, in una mattinata vede la sua flotta distrutta e si scontra con i limiti del suo potere. Ci può essere un ordine in questo caos? O non ce n?è alcuno? Eschilo si sforza di individuare una legge; il suo Zeus guarda dall?alto e dirige il timone della nave del mondo. Ma anche ammesso che esista una giustizia, e una regola che un uomo nella sua piccolezza non comprende, resta il fatto che noi non sappiamo dove vada la nave del mondo, o anche solo il nostro piccolo naviglio, perché il timoniere non lo dice. Forse il motivo che rende la tragedia così vicina all?uomo moderno è che, anche se ammettiamo che un essere umano decida quale via scegliere, o che un occhio guardi dall?alto le nostre cose e difenda la giustizia (ma, dice Euripide, non è vero che lo fa), possiamo comunque essere spinti alla rovina dalle energie irrazionali che ci agitano dentro, e di cui non abbiamo il controllo. (Fonte: editore) 410 0$12001$aET 606 0 $aTragedia greca$2BNCF 676 $a882.0109 700 1$aGUIDORIZZI,$bGiulio$0143611 801 0$aIT$bcba$gREICAT 912 $a996571971303316 951 $aV.1.B. 1291$b284869 L.M.$cV.1.$d558661 959 $aBK 969 $aUMA 996 $aPietà e terrore$93669734 997 $aUNISA