LEADER 02239nlm 2200289 450 001 996405950403316 005 20210315094010.0 010 $a1-84467-690-0 010 $a1-84467-690-0 100 $a20180417d2012---- uy 0 101 0 $aeng 102 $aUS 135 $adrcnu 200 1 $aArtificial hells$eparticipatory art and the politics of spectatorship$fClaire Bishop 210 1 $aLondon$aNew York$cVerso$d2012 215 $aTesto elettronico (PDF) (382 p.: ill.) 230 $aBase dati testuale 330 $aDagli anni '90, critici e curatori hanno ampiamente accettato l'idea che l'arte partecipativa sia l'arte politica per eccellenza: che incoraggiando un pubblico a partecipare, un artista può promuovere nuove relazioni sociali emancipatorie. In tutto il mondo, i paladini di questa forma di espressione sono numerosi, da storici dell'arte come Grant Kester, curatori come Nicolas Bourriaud e Nato Thompson, a teorici della performance come Shannon Jackson. Artificial Hells è la prima panoramica storica e teorica dell'arte partecipativa socialmente impegnata, conosciuta negli Stati Uniti come " pratica sociale.'' Claire Bishop segue la traiettoria dell'arte del ventesimo secolo ed esamina i momenti chiave nello sviluppo di un'estetica partecipativa. Questo itinerario comprende Futurismo e Dada; l'Internazionale situazionista; Happenings in Eastern Europe, Argentina e Parigi; The 1970s Community Arts Movement; e the Artists Placement Group. Si conclude con una discussione sui progetti educativi a lungo termine di artisti contemporanei come Thomas Hirschhorn, Tania Bruguera, Pawel Althamer e Paul Chan. Dal suo controverso saggio su Artforum nel 2006, Claire Bishop è stata una delle poche per sfidare le ambizioni politiche ed estetiche dell'arte partecipativa. In Artificial Hells, non solo esamina le pretese di emancipazione fatte per questi progetti, ma fornisce anche un'alternativa ai criteri etici (piuttosto che artistici) invitati da tali opere. 606 0 $aArte$2BNCF 676 $a709.0407 700 1$aBISHOP,$bClaire$0762483 801 0$bcba$aIT$bcba$gREICAT 912 $a996405950403316 959 $aEB 969 $aER 996 $aArtificial hells$91768412 997 $aUNISA