LEADER 02200nam0-2200313 --450 001 9910840293803321 005 20240404132248.0 010 $a978-88-06-19214-3 100 $a20240404d2008----kmuy0itay5050 ba 101 1 $aita 102 $aIT 105 $a 001yy 200 1 $aStoria naturale dell'occhio$fSimon Ings$gtraduzione di Allegra Panini 210 $aTorino$cG. Einaudi$d2008 215 $aXXVIII, 319 p., [8] carte di tav.$cill.$d22 cm 225 1 $aSaggi$v895 330 $aPassiamo un decimo della nostra vita da svegli completamente ciechi. Solo l'un per cento di ciò che vediamo è a fuoco nello stesso tempo. Viviamo in un mondo che è sempre mezzo secondo indietro rispetto a quello reale. Le vespe non possono vedere, ma sono in grado di mappare il mondo che le circonda in un modo simile a quello che noi impieghiamo quando ascoltiamo la musica: attraverso relazioni temporali. L'occhio deve sempre essere in movimento: un occhio immobilizzato diventa cieco, ecco perché i polli, il cui occhio non può muoversi autonomamente, sono costretti a ruotare continuamente la testa. E se il pensiero fosse una risposta evolutiva all'atto di vedere? Perché gli uomini hanno la sclera nell'occhio e le altre specie no? Ecco soltanto alcuni fra i tantissimi temi toccati da questo libro dedicato all'occhio e alla visione. L'organo della vista, lungi dall'essere strumento di misurazione oggettiva del mondo, permette d'interpretare soltanto una frazione della realtà. Vedere è un problema di relazioni tra le cose, ed è un'attività differenziata e complessa, adattata a diversi scopi, negli adulti, nei bambini, negli uccelli o negli insetti. Alla storia naturale dell'occhio Simon Ings associa un mix di ricerca scientifica, matematica, fisica, filosofia, storia culturale, neuroscienze, teoria del linguaggio ed esperienze personali. 610 0 $aOcchio 610 0 $aVisione 676 $a612.84$v19 700 1$aIngs,$bSimon$0603161 702 1$aPanini,$bAllegra 801 0$aIT$bUNINA$gREICAT$2UNIMARC 901 $aBK 912 $a9910840293803321 952 $aDAM A15 INGS 01$b2024/3598$fFLFBC 959 $aFLFBC 996 $aEye$925148 997 $aUNINA