00914nam2-2200301---450-99000989723040332120140926104205.0000989723FED01000989723(Aleph)000989723FED0100098972320140923d1975----km-y0itay50------bafreFRa-------101yy<<6.: >>Mécanique sédimentairevitesse des processusNiceSedim Nice1975236 p.ill.30 cm00100098967020019. Congrès international de sédimentologie6SedimentologiaConvegniCongrès international de sédimentologie9.<1975 ;Nice>523706ITUNINARICAUNIMARCBK990009897230403321Z 9/1612634/8DINGEDINGEMécanique sédimentaire829240UNINA00432nas##22001217##450#9910469215203321########d########u##y0engy50####ba########00###International Conference on Mechanical Engineering and Technology (ICMET-London 2011)Lee7928909910469215203321International Conference on Mechanical Engineering and Technology (ICMET-London 2011)1773520UNINA02906nam2 2200313 450 99663727140331620250107152453.0978-88-351-2141-120250103d2022----km y0itay5003 baitaITy 00 yCommemorare una stragela memoria pubblica di Piazza Fontana, 12 dicembre 1969Lia LuchettiMilanoAngeli2022193 p.23 cmSociologia819In copertina: Più allegato on lineMilano, 12 dicembre 1969: una piazza del centro cittadino, appena alle spalle del Duomo, fu teatro dell'attentato che segnò l'inizio della "strategia della tensione". Come è stata iscritta nel discorso pubblico nazionale la memoria della prima strage terroristica dell'Italia repubblicana? Il volume, collocandosi nel dibattito dei memory studies, analizza le traiettorie sociali che la memoria di piazza Fontana ha disegnato nel corso degli anni. Dal 1969 a oggi, non trovando una sua compiuta elaborazione in un'aula di tribunale, questa memoria è stata narrata attraverso codici estetici, dimostrando come l'arte, anche in ambito educativo, possa contribuire all'esercizio di competenze di cittadinanza democratica. Quando la narrazione di eventi così conflittuali è affidata alla voce dei familiari delle vittime, la testimonianza si fa veicolo di trasmissione della memoria e la parola acquisisce un potere performativo. È il "diritto all'ultima parola" che spetta a chi ha vissuto in prima persona il trauma e che ora assume il ruolo di garante di quella stessa memoria. La pluralità dei significati che l'atto terroristico può assumere attraverso l'azione degli imprenditori di questa memoria è mediata sia da iniziative di arte pubblica sia dalle molteplici pratiche commemorative, talora in forma digitale, che vengono realizzate. In tal senso, anche alla luce dell'intreccio tra attivismo politico e social media, questa memoria è in continuo divenire e diventa lo spazio e il luogo in cui il trauma è sia iscritto nel discorso pubblico nazionale sia in qualche modo ricomposto nella coscienza dei cittadini. Il trauma, infatti, rappresenta sempre una ferita nel tessuto della società civile che, come tale, richiede di essere riconosciuta. Questo studio costituisce anche un piccolo atto di restituzione. L'autrice intende così contribuire all'iscrizione di questo dolore nella coscienza democratica del nostro Paese. (Fonte: editore)0010002953702001Sociologia, 819StragiMilano1969Memoria collettivaBNCF364.15230945211LUCHETTI,Lia1231015ITcbaREICAT996637271403316II.5. Coll. 1/ 147290454 L.M.II.5. Coll.565476BKUMACommemorare una strage2858182UNISA