07521nam 2200457 450 991057176490332120230514154454.0(CKB)5860000000047209(NjHacI)995860000000047209(EXLCZ)99586000000004720920230514d2014 uy 0itaur|||||||||||txtrdacontentcrdamediacrrdacarrierCircostanze del reato trasformazioni in atto e prospettive di riforma /Lorenzo PellegriniFirenze :Firenze University Press,[2014]©20141 online resource (426 pages)Premio Tesi di dottorato ;4188-927-3418-0 Includes bibliographical references (pages 387-426).Premesse introduttive -- Capitolo 1 Il valore problematico dell'odierna concezione delle circostanze del reato. Un istituto a cavallo fra la teoria generale del reato e la commisurazione della pena -- 1. La nozione di circostanza del reato ed il controverso inquadramento dogmatico dell'istituto -- 2. Gli studi unisettoriali -- 2.1 Le impostazioni tradizionali. Una indagine imperniata sui problemi di «struttura» della fattispecie circostanziata in rapporto alla figura base -- 2.2 Gli studi più avanzati. L'inquadramento dell'istituto nella commisurazione della pena in senso ampio ed i caratteri nodali posti in evidenza -- 3. Gli studi plurisettoriali. I limiti delle impostazioni unisettoriali ed i vantaggi dell'approccio compositivo-pluridirezionale -- Capitolo 2 La funzione delle circostanze del reato in costante dialettica fra reale e razionale -- 1. Le circostanze del reato tra teorie monofunzionali e polifunzionali -- 2. Le teorie monofunzionali. Tradizionale attribuzione alle circostanze di una generica funzione di individualizzazione e concretizzazione della pena: prime considerazioni critiche -- 3. Il contributo della dottrina all'individuazione della funzione delle circostanze di determinazione legale della fattispecie e commisurazione legale della pena -- 4. Le teorie polifunzionali: la (ri)valorizzazione dei nessi funzionali fra la disciplina delle circostanze ad efficacia comune ed il processo di individualizzazione giudiziale della pena -- 4.1 La disciplina delle circostanze ad efficacia speciale e la prevalente funzione di determinazione legale della fattispecie penale -- 5. La coesistenza tra funzione teoretica e reale delle circostanze -- 6. Riflessioni conclusive in punto di funzione delle circostanze del reato. La dialettica compositiva fra determinazione legale e/o giudiziale della fattispecie e commisurazione legale e/o giudiziale della pena -- 7. La funzione "parcellizzata". Verso un approccio polifunzionale di tipo differenziato -- 7.1 Circostanze con variazione di pena proporzionale e circostanze con variazione di pena autonoma o indipendente -- 7.2 Le circostanze facoltative -- 7.3 Le circostanze obbligatorie, discrezionali ed indefinite -- 7.4 L'art. 63 c.p. ed il concorso omogeneo di circostanze -- 7.5 L'art. 69 c.p. ed il giudizio di bilanciamento fra circostanze eterogenee -- Capitolo 3 Il principio di tipicità penale alla "prova" del sistema delle circostanze del reato -- 1. Il principio di tipicità. Prime considerazioni di inquadramento -- 2. «Tipo forte», «tipo debole», «tipo rigido» e «(non) tipo flessibile»: i quattro diversi modelli tipologici di costruzione della fattispecie incriminatrice -- 3. Tipicità ed elementi circostanzianti -- 4. Le circostanze obbligatorie ed il tipo circostanziato rigido e forte -- 5. Le circostanze discrezionali ed il tipo circostanziato debole -- 6. Le circostanze indefinite e la loro problematica tensione con il principio di tipicità penale -- 6.1 Alcune questioni di fondo sul tappeto: la lacuna nell'incriminazione e nella dosimetria della pena e il rapporto fra circostanze indefinite ed art. 133 c.p. -- 6.2 Le circostanze aggravanti indefinite ed il «tipo circostanziato aggravato flessibile». Il caso problematico della recidiva -- 6.3 Le circostanze attenuanti indefinite o generiche ed il «tipo circostanziato attenuato» -- Capitolo 4 Legalità e discrezionalità: tensioni di fondo e trasformazioni in atto -- 1. La discrezionalità penale: premesse definitorie e delimitazione dell'indagine -- 2. Teorie «unitarie» Vs teorie «parcellizzate». Alla ricerca di fondamento sostanziale del potere discrezionale in materia penale -- 3. Le circostanze del reato quale "regno" della discrezionalità giudiziaria e le tensioni con le istanze legalistiche -- 4. Le tre fasi di espressione della discrezionalità -- 5. Proteiformità della discrezionalità penale. I diversi momenti di operatività e le sue diverse modulazioni in relazione ai singoli istituti. Discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità della variazione della pena -- 5.1 Le circostanze a variazione di pena proporzionale ed elastica: verso l'esaltazione della discrezionalità quantitativa -- 5.2 Le circostanze a variazione di pena proporzionale fissa. La "via della fissità" e l'annullamento della discrezionalità quantitativa -- 5.3 Le circostanze discrezionali e la corroborazione della discrezionalità qualitativa di tipo «individuatorio-di relazione» -- 5.4 Le circostanze attenuanti generiche fra discrezionalità quantitativa e discrezionalità qualitativa di tipo «para-normativo» -- 5.5 II giudizio di prevalenza o di equivalenza fra circostanze eterogenee ex art. 69 c.p. -- 6. Le circostanze a variazione di pena indipendente od autonoma. Il non senso della distinzione fra discrezionalità quantitativa, discrezionalità qualitativa e fissità -- 7. L'obbligo di motivazione sotteso al potere discrezionale del giudice: funzione garantista e controllo «autogovernato» -- Considerazioni conclusive. Requiem per le circostanze. Ripensare il futuro della commisurazione della pena -- Bibliografia.Le circostanze del reato contribuiscono al contempo sia alla migliore individualizzazione e definizione della fattispecie, sia alla commisurazione giudiziale della pena. Tale doppia anima le rende terreno eletto per politiche di stampo ora legalitario (di determinazione legale della fattispecie e di commisurazione legale della pena), ora discrezionale-giudiziario (di determinazione giudiziale della fattispecie e di commisurazione giudiziale della pena). L'ondivaga novellazione ha consegnato, tuttavia, un sistema magmatico e in disequilibrio. L'opera cerca di dare razionalità alla materia ritenendo che una riforma (non più procrastinabile) dell'istituto deve passare prima dalla parte speciale del codice, attraverso una ridefinizione delle comminatorie edittali e poi dal sistema commisurativo nel suo complesso. Un sì fatto intervento farebbe, però, apparire irrazionale l'istituto delle circostanze, avviandolo alla radicale soppressione.Premio Tesi di dottorato ;41.Circostanze del reatoCriminal lawItalyAggravating circumstancesItalyExtenuating circumstancesItalyCriminal lawAggravating circumstancesExtenuating circumstances345.45Pellegrini Lorenzo310130NjHacINjHaclBOOK9910571764903321Circostanze del reato2947404UNINA