02017nam0-2200325 --450 991046835640332120210504102448.0978-88-339-2283-620210504d2012----kmuy0itay5050 baitagerITy 001yyLevar la mano su di sédiscorso sulla libera morteJean Amérypresentazione di Innocenzo Cervellitraduzione di Enrico Ganni2. ed.TorinoBollati Boringhieri2012XXX, 124 p.20 cmNuova cultura280È un libro terribile, questo. Un libro scritto da un pensatore profondo, un uomo deportato e torturato ad Auschwitz, che torna e ritorna su quella indicibile sofferenza (chi è stato torturato resta tale), e che si porta dentro un carico di male che lo tiene per tutta la vita in stretta contiguità con la morte. La tortura è stata per lui una interminabile morte, scriverà Primo Levi. È un libro scritto da chi ha già deciso e può permettersi di abbandonare la logica della vita per avvicinarsi al gesto definitivo di levare la mano su di sé, di darsi la morte volontariamente, osservandolo dall'interno, sino in fondo sin dove può giungere la parola. È questo che rende unico questo scritto: rendersi conto che chi uccide e chi viene ucciso sono la stessa persona, vanificando così ogni logica, demolendo la dicotomia tra vita/bene e morte/male, rendendo l'atto estremo ­ che l'autore compirà due anni dopo aver pubblicato questo libro ­ una disperata affermazione di libertà, completamente slegata da ogni giudizio morale.SuicidioAspetti morali179.721itaAméry,Jean<1912-1978>409674Ganni,EnricoCervelli,InnocenzoITUNINAREICATUNIMARCBK9910468356403321COLLEZ. 1164 (280)2461/2020FSPBCFSPBCHand an sich legen18774UNINA