04167nam 2200589Ia 450 991014489770332120200520144314.01-281-11497-9978661111497888-470-0444-610.1007/88-470-0444-6(CKB)1000000000235211(EBL)324571(OCoLC)262694439(SSID)ssj0000309566(PQKBManifestationID)11285201(PQKBTitleCode)TC0000309566(PQKBWorkID)10282657(PQKB)11026049(DE-He213)978-88-470-0444-3(MiAaPQ)EBC324571(PPN)123142547(EXLCZ)99100000000023521120051212d2006 uy 0itaur|n|---|||||txtccrSistemi ACM e imaging diagnostico le immagini mediche come matrici attive di connesioni /Paolo Massimo Buscema1st ed. 2006.Milano Springerc20061 online resource (247 p.)Description based upon print version of record.88-470-5548-2 88-470-0387-3 Includes bibliographical references.Le basi epistemologiche -- Le idee alla base dei sistemi ACM -- La teoria -- Introduzione ai sistemi ACM -- Sistemi ACM a connessioni fisse -- Sistemi ACM a connessioni dinamiche -- Sistemi ACM con connessioni e unità dinamiche -- Le applicazioni -- Applicazioni su immagini generiche -- Applicazioni su immagini artificiali -- Applicazioni su immagini mediche -- Contributi e approfondimenti -- Cellular Neural Network e ACM: analogie e differenze -- Perché i resti sono così potenti -- Utilità dei sistemi ACM nell’imaging medico -- Angiografia: possibilità di analisi con i sistemi ACM -- Possono i sistemi ACM essere descritti da una teoria di campo classica? -- Il panorama storico-scientifico dello studio ACM -- Postfazione — Semeion: il miracolo segreto.La prima ipotesi sulla quale si fondano i sistemi ACM (Active Connections Matrix) è che ogni immagine a N dimensioni puo' essere trasformata in una rete di pixel tra loro connessi che si sviluppa nel tempo, tramite operazioni locali, deterministiche e iterative. L'immagine cosi' trasformata puo' mostrare, in uno spazio dimensionale più ampio, delle regolarità morfologiche e dinamiche che, nelle dimensioni originarie, sarebbero non visibili oppure qualificabili come rumore.Questa ipotesi permette di esplicitare la seconda ipotesi alla base dei sistemi ACM: ogni immagine contiene al suo interno le matematiche inerenti che l'hanno prodotta. In pratica, è come se ogni immagine nascondesse al suo interno altre due immagini non visibili. I sistemi ACM le estraggono e le rendeno visibili. L'opera descrive inoltre le applicazioni possibili in ambito di diagnostica per immagini ed è pertanto rivolta a fisici, informatici, radiologi e tecnici di laboratorio che si occupano di "image processing". Dalla Presentazione di Enzo Grossi "... Alcuni dettagli possono sfuggire, altri aspetti notevoli, come un piccolo nodulo di 1 mm, possono essere non visti: sono i limiti dell'occhio umano. E' in questo scenario che dobbiamo immaginare l'avvento dei sistemi ACM.Essi funzionano come un terzo occhio, non più legato alla esperienza, alla interpretazione e alla sensibilità soggettiva dell'operatore,ma direttamente riferiti alla struttura matematica e quindi anatomica dell'immagine stessa. Si', il terzo occhio di cui parliamo è proprio quello dell'immagine, che, come per magia, interroga se stessa e si mostra al radiologo sotto una veste diversa, spesso molto più informativa.".Diagnostic imagingImaging systems in medicineDiagnostic imaging.Imaging systems in medicine.616.0754Buscema Paolo Massimo721441MiAaPQMiAaPQMiAaPQBOOK9910144897703321Sistemi ACM e imaging diagnostico1410980UNINA