02305nam 2200325 n 450 991013182010332120240131185056.0(CKB)3460000000088682(ItFiC)it 02462674(Perlego)2363174(EXLCZ)99346000000008868220110421d2011 uy itaInfetta dottrina inquisizione e quietismo nel SeicentoRoma Viella2011P. 1-2419788883344015 8883344014 9788883345975 8883345975 Nei decenni conclusivi del Seicento esplose, nell' Europa cattolica, una delle ultime questioni «ereticali» dell'età moderna, collegata alla pratica religiosa del quietismo. Maturata in seno alla tradizione mistica e basata in prevalenza sulla passività dell'anima e la perdita di sé, sulla quiete interiore come presupposto pressocché esclusivo dell'unione con Dio, la pratica si poneva in controtendenza con gli assetti normativi e disciplinari della cultura religiosa ufficiale.In particolare, nella prospettiva istituzionale-giudiziaria, la Chiesa volle impedire che si aprisse, nella coscienza religiosa dei singoli e in nome di percorsi eccezionali segnati dalla comunicazione mistica, uno spazio spirituale autonomo, sottratto al controllo, alla regolamentazione, alla verifica di padri confessori e giudici.Nell'esaminare il caso siciliano attraverso i processi e le inchieste del Sant'Ufficio, questo saggio vuole anche fornire elementi di riflessione sui legami, diretti o mediati, che l'«infetta dottrina» quietista intrattenne con i nuovi fermenti culturali del XVII secolo. Di fronte alla grande diffusione del misticismo quietista tra i laici - di cui per l'appunto è testimonianza il caso siciliano - la risposta delle istituzioni ecclesiastiche lascia emergere con chiarezza che la questione del potere sulle anime era strategica nella politica del cattolicesimo romano, già insidiato dai processi di laicizzazione. Infetta dottrina Sicily (Italy)Church history17th century273Modica Marilena473526ItFiCBOOK9910131820103321Infetta dottrina249585UNINA