La governance americana è gravata da un paradosso. Da un lato, gli americani non vogliono che il “grande governo” si intrometta nelle loro vite; d’altro canto, hanno ripetutamente ottenuto l’aiuto del governo per imporre ai loro vicini le loro opinioni riguardo al matrimonio, all’aborto, alla religione e all’istruzione. Queste posizioni contraddittorie sul ruolo del potere pubblico hanno paralizzato il processo decisionale e generato controversie rancorose sulla portata legittima del governo. Come siamo arrivati a questa impasse politica? Lo storico Gary Gerstle, esaminando duecento anni di storia degli Stati Uniti, sostiene che le radici dell’attuale crisi risiedono in due teorie contrastanti del potere che i padri fondatori hanno iscritto nella Costituzione. Una teoria ha modellato il governo federale, ponendo limiti al suo potere al fine di proteggere la libertà personale. Un'altra teoria ha modellato gli stati, autorizzandoli a fare di tutto, fino al punto di violare i diritti individuali, per promuovere il "bene e il benessere della comunità". |