Tra il 1850 e il 1950, l’Oceano Indiano pullulava di persone, merci e idee: pellegrini ed eserciti, commercio e lavoro, la politica del Mahatma Gandhi e la poesia di Rabindranath Tagore erano tutti collegati in modi sorprendenti. Sugata Bose trova in queste intricate reti sociali ed economiche la prova dell’interdipendenza dei popoli delle terre oltre l’orizzonte, dal Medio Oriente all’Africa orientale fino al Sud-est asiatico.Seguendo questa narrazione, scopriamo che i nostri modi abituali di guardare la storia – attraverso la lente del nazionalismo o della globalizzazione – non sono adeguati. L’ideale nazionale non ha semplicemente ceduto il passo all’inevitabile globalizzazione alla fine del XX secolo, come spesso si suppone; Bose rivela invece l’importanza vitale di uno spazio storico intermedio, dove entità geografiche interregionali come il confine dell’Oceano Indiano promuovono identità e obiettivi nazionalisti e allo stesso tempo facilitano l’interazione tra le comunità. il testo fonde statistica e mito, storia e poesia, in una straordinaria ricostruzione di come la cultura, l'economia, la politica e l'immaginazione di una regione si intrecciano nel tempo e nel luogo |