La morte di Dio, come dicono i redattori in uno studio introduttivo, annuncia non tanto la morte del Dio antico, il Dio dei filosofi, dei teologi e dei credenti, quanto piuttosto la morte del dio che si è messo sul suo trono: la ragione umana autonoma. Nell'ascoltare le reazioni a questa detronizzazione della ragione autonoma, i curatori ritengono di udire gli echi di un'esperienza radicata in parte in un'antica tradizione medievale: la teologia negativa. Con la morte di questo nuovo Dio, potrebbe riapparire una sensibilità per la trascendenza? Qui i redattori vogliono offrire una piattaforma in cui i filosofi della cultura contemporanei possano porre ancora una volta la questione del parlare di Dio. |