Worlds of Dissent analizza i miti della resistenza dell'Europa centrale resi popolari da giornalisti e storici occidentali e li sostituisce con un'immagine della lotta contro la repressione statale come l'hanno compresa, dibattuta e vissuta gli stessi dissidenti. Alla fine degli anni '70, quando intellettuali, scrittori e artisti cechi hanno redatto la Carta 77 e hanno invitato il loro governo a rispettare i diritti umani, hanno esitato a chiamarsi "dissidenti". Le loro esperienze personali e politiche, diverse, incerte, senza nome, sono state oscurate da narrazioni di vittoria che li ritraggono come eroi straordinari che hanno sconfitto il comunismo in Cecoslovacchia. Jonathan Bolton attinge a diari, lettere, saggi personali e altri testi in prima persona per analizzare il dissenso ceco meno come filosofia politica che come esperienza quotidiana. Bolton considera non solo Václav Havel, ma anche una serie di scrittori uomini e donne che hanno ricevuto meno attenzione in Occidente, incluso Ludvík Vaculík, il cui diario del 1980 The Czech Dream Book è un avvincente ritratto della vita dissidente. Bolton recupera le storie che i dissidenti hanno raccontato su se stessi e dà vita ai loro dilemmi e decisioni per i lettori contemporanei. I dissidenti hanno spesso discusso, e persino dubitato, della propria influenza mentre si confrontavano con scelte incommensurabili e il disordine della vita reale. Dipingendo il dissenso come un fenomeno umano e imperfetto, Bolton libera i dissidenti dai confini soffocanti degli assoluti morali. Worlds of Dissent offre una rara opportunità per comprendere la trama |