Dalla pubblicazione dellaTyranny of Greece over Germany di Eliza May Butler nel 1935, l'ossessione dell'élite istruita tedesca per gli antichi greci è diventata un cliché accettato, anche se gravemente sottovalutato. In Down from Olympus, Suzanne Marchand tenta di fare i conti con la grecofilia tedesca, non come passione privata ma come tropo culturale istituito e preservato. Il libro sostiene che i filelleni del diciannovesimo secolo hanno ereditato sia un'estetica elitaria e normativa sia un'etica ascetica e accademica dai loro predecessori romantici; I "neoumanisti" tedeschi hanno promesso di conciliare questi impegni intellettuali e, così facendo, di rivitalizzare l'istruzione e le arti. Concentrandosi sulla storia dell'archeologia classica, Marchand mostra come l'ingiunzione di imitare l'arte greca sia stata la base per nuove istituzioni culturali finanziate dallo stato. Tracciando le interazioni tra studiosi e responsabili politici che hanno reso possibili imprese culturali su larga scala come l'acquisizione dell'altare di Pergamo, sottolinea sia i guadagni in conoscenze specialistiche che i fallimenti nella responsabilità sociale che sono stati i prodotti distintivi del neoumanesimo tedesco. Questo libro discute intellettuali e aspetti istituzionali dell'archeologia e del filellenismo, con un'ampia trattazione della storia dell'archeologia preistorica e dell'orientalismo tedesco. Marchand ripercorre la storia dello studio, dello scavo e dell'esposizione dell'arte greca come mezzo per affrontare le conseguenze sociali, culturali e politiche della specializzazione della |