Questo libro sostiene che Josiah Royce ha lasciato in eredità alla filosofia un nuovo idealismo basato su un'intuizione etico-religiosa. Questa intuizione divenne la base per un personalismo idealistico, in cui il Reale è il personale e una metafisica della comunità è l'approccio più appropriato alla metafisica per gli esseri personali, specialmente in un clima intellettuale spesso impersonale e tecnologico. La prima parte del libro ripercorre come Royce ha costruito il suo personalismo idealistico in risposta alle critiche mosse da George Holmes Howison. Quel personalismo è interpretato come etico e panenteistico, in qualche modo simile alla filosofia del processo di Charles Hartshorne. La seconda parte indaga la metafisica idealistica di Royce in generale e la sua intuizione etico-religiosa in particolare. Nel corso di queste indagini, l'autore esamina come l'intuizione etico-religiosa di Royce potrebbe essere rafforzata incorporando la teologia filosofica del Dr. Reverendo Martin Luther King, Jr., e la metafisica etica di Emmanuel Levinas. L'autore conclude esplorando brevemente la possibilità che il progressista antiessenzialismo razziale di Royce sia, in realtà, una forma di razzismo culturale e antinero e si chiede se il suo razzismo culturale e antinero intacchi la sua intuizione etico-religiosa. |