Kolbas individua un nuovo territorio nel valutare la guerra sulla formazione del canone letterario, un argomento a cui i critici contemporanei hanno dedicato molto inchiostro. In questo succinto lavoro, Kolbas spazia attraverso la sociologia e la politica della cultura, la teoria estetica e la teoria letteraria per affermare che i testi non solo devono essere contestualizzati nelle tempo storico e materiale della loro produzione, ma anche valutati per il loro contenuto estetico. Una delle ragioni per cui è una questione importante, sostiene Kolbas, è che il canone non è semplicemente racchiuso nella torre d'avorio dell'accademia, i suoi effetti sono evidenti in un campo molto più ampio della produzione e dell'uso culturale. L'Autore inizia criticando le posizioni conservatrici umaniste e liberali pluraliste sul canone, che evitano assiduamente qualsiasi spiegazione sociologica o trattano i testi come sostituti di ideologie particolari. Kolbas sostiene che la teoria critica, in particolare le argomentazioni di Adorno sull'estetica, offra il percorso più fruttuoso per valutare il canone. La sua è una visione sociologica, ma che tratta i componenti del canone come dotati di un contenuto estetico oggettivo, anche se questo cambia di significato nel corso della storia. |