Nell'Europa del XVII secolo si credeva ampiamente che i copti, o membri egiziani della Chiesa di Alessandria, detenessero la chiave di un'antica saggezza e di un'antica teologia. Si pensava che il loro linguaggio portasse alla decifrazione dei geroglifici e la loro Chiesa conservasse tracce delle prime pratiche cristiane e delle prime usanze egiziane. Questo primo, ampio studio sull'argomento, discute i tentativi dei missionari cattolici di costringere la Chiesa di Alessandria a unirsi con la Chiesa di Roma e il lento accumularsi di conoscenze sulle credenze copte, intrapreso da cattolici e protestanti. Si conclude con una rassegna dello studio della lingua copta in Occidente e degli usi che ne hanno fatto biblisti, antiquari, teologi ed egittologi. |