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Record Nr.

UNISA996442652103316

Autore

VAUGHAN, Diane

Titolo

The Challenger launch decision : risky technology, culture, and deviance at NASA / Diane Vaughan

Pubbl/distr/stampa

Chicago, : University of Chicago Press, 1996

ISBN

0-226-85175-3

Descrizione fisica

Testo elettronico (PDF) (XV, 575 p. : ill.)

Disciplina

363.12465

Soggetti

Veicoli spaziali - Disastri - Errori [del] Comportamento organizzativo

Lingua di pubblicazione

Inglese

Formato

Risorsa elettronica

Livello bibliografico

Monografia

Sommario/riassunto

Quando lo Space Shuttle Challenger esplose il 28 gennaio 1986, milioni di americani si unirono in un unico momento storico. Molti ricordano ancora vividamente esattamente dove si trovavano e cosa stavano facendo quando hanno saputo della tragedia. In The Challenger Launch Decision, Diane Vaughan ricrea i passaggi che hanno portato a quella fatidica decisione, contraddicendo le interpretazioni convenzionali per dimostrare che ciò che è accaduto alla NASA non è stato un tranello o una cattiva condotta, ma un errore disastroso. Giornalisti e investigatori hanno storicamente citato problemi di produzione e illeciti gestionali come le ragioni del disastro. La Commissione presidenziale ha scoperto anche un processo decisionale imperfetto presso l'agenzia spaziale, citando una storia ben documentata di problemi con l'O-ring e una drammatica protesta dell'ultimo minuto da parte degli ingegneri sui Solid Rocket Booster come prova di negligenza manageriale. Perché i manager della NASA, che non solo avevano tutte le informazioni prima del lancio, hanno deciso di procedere? Nel raccontare come si è svolta la decisione attraverso gli occhi dei manager e degli ingegneri, Vaughan scopre una discesa incrementale nella scarsa capacità di giudizio, supportata da una cultura della tecnologia ad alto rischio. Rivela come e perché gli addetti ai lavori della NASA, di fronte a prove ripetute che qualcosa non andava, hanno normalizzato la devianza in modo che diventasse accettabile per loro. Nessuna regola di sicurezza è stata violata. Nessun singolo individuo era colpevole. La causa del



disastro è invece una storia non di male ma di banalità della vita organizzativa. Questo potente lavoro spiega perché la tragedia di Challenger deve essere riesaminata e offre un avvertimento inaspettato sui pericoli nascosti della vita in questa era tecnologica.