Nel 1955, Ngo Dinh Diem organizzò un'elezione per deporre il capo di stato Bao Dai, dopo di che si autoproclamò primo presidente della neonata Repubblica del Vietnam. Gli Stati Uniti hanno approvato i risultati di queste elezioni, che sono state ampiamente condannate come fraudolente, e hanno fornito sostanziali aiuti economici e consigli all'RVN. Per questo motivo, Diem è spesso visto come un semplice burattino degli Stati Uniti, al servizio della sua strategia geopolitica della Guerra Fredda. Quella narrativa, sostiene Jessica M. Chapman in Cauldron of Resistance, semplifica grossolanamente la complessità della politica interna del Vietnam del Sud e, in effetti, l'abilità politica di Diem. Basandosi su un ampio lavoro negli archivi vietnamiti, francesi e americani, Chapman offre un resoconto dettagliato di tre anni cruciali, 1953-1956, durante i quali fu stabilito un nuovo ordine politico vietnamita nel sud. È, in gran parte, una storia dell'ascesa politica di Diem quando riuscì a sottomettere l'ex imperatore Bao Dai, le organizzazioni religiose armate Hoa Hao e Cao Dai e l'organizzazione criminale Binh Xuyen. È anche un resoconto senza precedenti di questi stessi poteri politici emarginati, forze che sarebbero riemerse come attori politici e militari destabilizzanti alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60. Chapman mostra che Diem è un leader impegnato la cui ideologia personalista ha influenzato la sua visione per il nuovo Vietnam del Sud stato, ma ha anche modellato le politiche che avrebbero segnato la sua scomparsa. Il sostegno di Washington a Diem |