Uno studio tempestivo di due noti studiosi offre un resoconto teoricamente informato della sociologia politica di Israele. L'analisi è inserita nel suo contesto storico in quanto gli autori tracciano lo sviluppo di Israele dall'insediamento sionista negli anni ottanta dell'Ottocento, attraverso la costituzione dello Stato nel 1948, fino ai giorni nostri. In questo contesto, gli autori speculano sulla relazione tra identità e cittadinanza nella società israeliana e considerano i diritti, i doveri ei privilegi differenziati che vengono accordati ai diversi strati sociali. In questo modo dimostrano che, nonostante le continue tensioni, la pressione della globalizzazione e della liberalizzazione economica ha gradualmente trasformato Israele da una società di frontiera a una più orientata alla pace e al profitto privato. Questa conclusione inaspettata offre un certo incoraggiamento per il futuro di questa regione travagliata. Tuttavia, la posizione di Israele verso il processo di pace è ancora soggetta a un tiro alla fune tra due concezioni di cittadinanza: cittadinanza liberale da un lato, e una combinazione dei resti della cittadinanza repubblicana associata all'insediamento coloniale con una sempre più religiosa definita cittadinanza etno-nazionalista, dall'altro. |