Le convenzioni letterarie e storiche hanno a lungo dipinto l'esperienza dei soldati durante la prima guerra mondiale come semplice vittimizzazione. Leonard Smith, tuttavia, sostiene che esisteva un complesso dialogo di resistenza e negoziazione tra i soldati francesi ei loro stessi comandanti. In questo caso di studio sulla cultura militare in tempo di guerra, Smith analizza l'esperienza della quinta divisione di fanteria francese sia nella battaglia campale che nella guerra di trincea. La divisione stabilì un illustre record di combattimenti dal 1914 al 1916, ma si rivelò nel 1917 la divisione più ribelle dell'intero esercito francese, solo per riguadagnare la sua reputazione d'élite nel 1918. Attingendo a fonti da soldati ordinari a comandanti famosi come il generale Charles Mangin, l'autore spiega come gli ammutinamenti del 1917 siano diventati una manifestazione esplicita di una lotta implicita che ha avuto luogo all'interno dell'esercito francese durante tutto il corso della guerra.Smith presta particolare attenzione al ruolo fondamentale dei sottufficiali e degli ufficiali minori, che esercitavano l'autorità di comando e condividevano i pericoli fisici degli uomini nei ranghi inferiori. Mostra che i "soldati", definiti in senso lato, hanno imparato a determinare le regole su come avrebbero combattuto e non avrebbero combattuto la guerra, e hanno imposto queste regole alla struttura di comando stessa. Modificando i parametri dell'autorità di comando in base ai propri interessi percepiti, soldati e comandanti hanno negoziato uno spazio comportamentale tra ammutinamento e |