Il volume si occupa di due temi fondamentali della tarda antichità: la barbarie dell'esercito romano e l'interrelazione tra Chiesa e governo secolare. Il ruolo cospicuo svolto dai soldati barbari, in particolare tedeschi, nello stato tardo romano è sempre stato riconosciuto ma non è stato ancora spiegato in modo soddisfacente. Ciò non sorprende poiché lo sviluppo che ha costretto l'Impero a invocare gli stranieri per la sua difesa è complesso, legato ai cambiamenti nelle strutture e negli atteggiamenti di base della società romana. Uno di questi è stato il trionfo del cristianesimo che ha richiesto l'abbandono di una religione civica strettamente integrata con il governo laico. Il conflitto tra i rappresentanti dell'Impero pagano e i principali leader religiosi era impossibile, persino impensabile. Nella prima parte, il volume tratta dei Goti di Alarico in Occidente, che sono trattati come un reggimento federato piuttosto che come una tribù migrante; la seconda parte descrive come le autorità civili a Costantinopoli mantennero il controllo sull'esercito in gran parte tedesco in un conflitto culminato con la rivolta dei Gainas; e la terza parte discute come le stesse autorità entrarono in conflitto con Giovanni Crisostomo, il vescovo di Costantinopoli, e lo fecero depositare. Due appendici completano il testo, una che tratta dell'identità di Tifo nel De Providentia di Sinesio e la seconda con la Colonna di Arcadio, che è illustrata con 7 tavole in |