Beautiful Monsters esplora i modi in cui la musica "classica" si è fatta strada nella cultura mainstream americana della fine del ventesimo secolo, nelle canzoni pop, nelle colonne sonore dei film e nella carta stampata. A partire dagli anni '60, il libro divertente e illuminante di Michael Long esamina un campo culturale complesso e traccia connessioni tra "musica classica" (come la frase viene intesa negli Stati Uniti) e "successi mostruosi" selezionati della musica popolare. Affrontando argomenti così ampi come la musica surf, il teatro yiddish, le colonne sonore di film di Hollywood, Freddie Mercury, Alfred Hitchcock, la psichedelia, il rap, la discoteca e i videogiochi, Long propone una musicologia olistica in cui elementi musicali disparati potrebbero essere riuniti in modo dinamico e conversazione umana. Beautiful Monsters considera brillantemente i modi in cui luoghi comuni critici come la nostalgia, il sentimento, la banalità e l'eccesso potrebbero essere applicati con maggiore sfumatura ai media musicali e alla ricezione dei media. Prende in considerazione la capacità dei media del XX secolo di suggerire profondità visive e acustiche e le possibilità di redenzione che si trovano oltre gli elementi superficiali della narrativa filmica o dello stile musicale, mostrandoci quale visione veramente globale della musica del tardo XX secolo nelle sue molteplici contesti sociali potrebbero essere come. |