Anche se la digressione che chiude il commento di Simplicio al De caelo 2.12 di Aristotele è stata a lungo interpretata erroneamente come una storia della prima teoria planetaria greca, è in realtà una lettura creativa di Aristotele mantenere l'autorità del De caelo come testo sacro nel tardo platonismo e per confutare la polemica montata dal cristiano, Giovanni Filopono. Questo libro mostra che la domanda critica imposta a Simplicio era se l'accettazione da parte della sua scuola delle ipotesi planetarie di Tolomeo comportasse un rifiuto dell'argomento di Aristotele secondo cui i cieli sono fatti di una materia speciale che si muove per natura in un cerchio attorno al centro del cosmo e, quindi, un ripudio della tesi che il cosmo è non creato ed eterno. Il libro sostiene che tale digressione non è una vera storia della prima teoria planetaria greca, ma un tentativo creativo di dimostrare che per accettare le ipotesi planetarie di Tolomeo non è necessario ripudiare l'argomento di Aristotele secondo cui il cosmo è eterno. |