Stile e tradizione, concetti fondamentali per la critica dell'Otto-Novecento, sembrano ormai superati se non inutili. Da un lato pare ormai impossibile parlare di una Tradizione, con la T maiuscola; dall'altro non si può più riconoscere uno stile individuale, dato che tutti gli stili possono essere facilmente accettati. E tuttavia, proprio attribuendo a questi due concetti un valore rinnovato, il libro ne sonda la funzionalità in un territorio ancora poco definito come quello della narrativa italiana dal 1980 a oggi. Dopo aver discusso alcune rilevanti questioni teoriche (la rappresentazione del corpo, il rapporto tra "fiction" e "non fiction", la funzione etica della narrativa), Casadei passa ad analizzare l'opera di tre autori italiani (Fenoglio, Affinati e Siti) per individuarne i caratteri ricorrenti, per saggiarne la capacità di leggere il presente secondo prospettive di lunga durata. È nel presente che si gioca la battaglia anche per una futura riconsiderazione dell'intera storia letteraria italiana. È nell'adesso che si devono cercare linee forti, che impediscano di sottovalutare opere importanti, riconoscibili in primo luogo attraverso il loro rapporto non banale con la tradizione e la loro cifra stilistica inconsueta. |