La monografia si propone di contribuire al dibattito scientifico sull\2019attuale espansione della confisca ante delictum e sostiene l\2019esigenza di ripensarne lo spettro d\2019intervento in senso contenitivo. Muovendo dalle origini del \2018diritto della prevenzione\2019 e dall\2019impegno ermeneutico alla tipizzazione delle fattispecie di pericolosità, lo studio si sofferma sulle riforme più recenti che hanno interessato il c.d. codice antimafia, mettendosi in dialogo con gli apporti \2018correttivi\2019 della giurisprudenza di legittimità e con le posizioni dottrinali sulla natura giuridica della confisca di prevenzione. All\2019analisi della disciplina vigente si congiunge una lettura dell\2019istituto alla luce del principio di proporzione. Nello specifico, l\2019Autrice si interroga sulla conformità della misura ablatoria rispetto alla c.d. proporzione in senso stretto, valutandone la ragionevolezza sulla base dei presupposti fattuali che ne autorizzano l\2019impiego e di altre sanzioni affini, disposte per fenomeni di uguale gravità. Anche la c.d. proporzione in senso ampio (idoneità, necessarietà e adeguatezza) viene indagata, approfondendo il rapporto tra la \2018limitazione della proprietà\2019 (an, quomodo e quantum dell\2019apprensione reale) e il soddisfacimento dell\2019interesse generale, di \2018lotta\2019 alla criminalità e alla circolazione dei capitali illeciti. Il testo si completa con uno sguardo alla legislazione europea in materia di congelamento e confisca dei proventi di reato, nonché alla disciplina delle confische |