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Record Nr.

UNIORUON00526703

Autore

Fekete, Monica

Titolo

Riscritture cavalleresche nel romanzo italiano contemporaneo / Monica Fekete

Pubbl/distr/stampa

Cluj Napoca, : Presa Universitară Clujeană, 2023

ISBN

978-60-637-1502-0

Descrizione fisica

219 p. ; 21 cm.

Disciplina

853.9209

Soggetti

LETTERATURA ITALIANA - Studi

Romanzi cavallereschi italiani - Studi

Lingua di pubblicazione

Italiano

Formato

Materiale a stampa

Livello bibliografico

Monografia

Sommario/riassunto

Nel suo articolato studio sulle Riscritture cavalleresche nel romanzo contemporaneo, Monica Fekete apre in maniera originale e puntualmente documentata una serie di tracciati lungo una serie di elementi portanti per la narrativa a noi contemporanea, considerando quegli aspetti di contaminazione e rielaborazione inventiva provenienti dalla letteratura medievale e umanistica europea. E per converso, e con un necessario ribaltamento delle cronologie, propone in contesto medievistico e umanistico una sorta di arricchimento da prospettiva diversa, ovvero quella a noi contemporanea, operazione che troppo spesso viene disertata dagli specialisti di quest’ultima storiografia critica, con grave danno per la complessità delle ricezioni possibili. Complessità che non sfugge ai nostri scrittori, da Calvino a Camilleri, così come non sfuggiva nella pratica intertestuale disinvolta tra Boccaccio e Ariosto. Tale ampia e coinvolgente chiave di lettura, emersa chiaramente dalle analisi testuali e dagli accurati commenti di Fekete, sottintende e ripropone la considerazione di quel fondo di veri e propri ipotesti, riferiti secondo un’ampia e fruttuosa funzionalità, che nella nostra epoca riguarda, fra fedeltà e improprietas, anche altri linguaggi narrativi, e in specie il film nei suoi vari generi e modalità, come ha ben dimostrato in un suo recente volume Gian Mario Anselmi, a cui dobbiamo peraltro autentiche illuminazioni nello studio della



letteratura umanistica e rinascimentale. Qui è, appunto, di letteratura che stiamo parlando, e considerando che i tempi in questioni sono quelli interni alla storia, riguardanti l’ambientazione, così come sono esterni a essa, per ciò che appartiene al “falso” storico messo in atto dagli scrittori di ogni epoca che si calano in un tempo diverso dal proprio, e travestono i propri personaggi di un’impossibile attendibilità, in quanto a sicura riconoscibilità del Medioevo di cui si parla, fornendoci un filtro narrativo che ha un valore ben maggiore e soprattutto ha un legame profondo con la nostra mente moderna, eccezionalmente guardata da altra prospettiva (ma non era lo stesso per l’Ariosto e per Manzoni?).