Su un punto, decisivo per lantropologia fenomenologica, aveva richiamato lattenzione Merleau-Ponty nel suo ultimo libro, osservando che toccare un altro uomo è toccarne il corpo, sentirsi toccarlo, e tuttavia mai sentire il sentirsi toccato di lui, mai dunque toccare non il suo corpo ma lui stesso. Non si esiste, se non si sente di esistere, ma il sentirsi dellaltro mai io potrò sentirlo, così come nessun altro potrà sentire il mio sentirmi. Il sentirsi, larcisenso, è lintoccabile. Alla luce di questa sottile ma inoppugnabile consapevolezza, si scopre alle radici dellesistenza la fondamentale dialettica della solitudine. Lio, costituitosi nella relazione con altri, presto si accorge che essa non può attuarsi pienamente, come intimità autentica, trasparenza senza opacità. Allora, corrottosi il desiderio di relazione nellantagonismo sociale, lio tende ad abbandonarsi allodio o cedere alla castrante paura dellintimità. Daltra parte, paradossalmente, è per limpossibilità della relazione che il teatro del mondo vive, drammatica pluralità di attori: linsuperabile solitudine dognuno assicura la non riducibilità dei molti a esistenziali fusioni e li oppone al totalitario dominio delluno. |