Quando la Repubblica di Venezia si assicurò il possesso di Cipro ottenne relativamente presto il sostegno della popolazione cittadina dell'isola, attraverso la larga concessione di privilegi, provvigioni e partecipazione all'amministrazione locale. Con il tempo riuscì a limitare le reazioni dei contadini, offrendo loro condizioni di vita e diritti simili a quelli goduti dal resto dei sudditi veneziani. Questa logica politica condizionò l'accettazione del potere della Serenissima a Cipro, portando a una diffusa adozione della "venezianità" da parte, soprattutto ma non solo, degli alti ceti sociali. In questo volume vengono esaminati alcuni aspetti del periodo veneziano della storia cipriota. In particolare, si presentano i rapporti locali con la riforma religiosa diffusa nel continente europeo; le particolarità nell'amministrazione della giustizia; le considerazioni dei rappresentanti della Dominante a Cipro; le relazioni del "presente" temporale con l'antichità dell'isola; i disperati e ingegnosi tentativi di respingere la conquista ottomana; la documentazione ottomana riguardo alla guerra del 1570-71; e infine l'"eredità cipriota" della famiglia Cornaro. Tutti i saggi mettono in evidenza la strettissima interazione fra la realtà locale e quella veneziana in relazione alle condizioni politiche, religiose e culturali del Cinquecento. |