Anche il lettore più restio si accorge che questa poesia apparentemente guerriera è la più soave di tutte le poesie, perché le odi sono «dolci mielate canzoni dal volto d’argento e dalla morbida voce». L’ardore, il furore, la follia metaforica continuano a entusiasmarci, come entusiasmarono Goethe e Hölderlin: ma oggi ci accorgiamo che questo poeta furibondo è, al tempo stesso, un supremo geometra dell’intelligenza. |