Un libro di culto che non ha mai smesso di essere tale. Scritto nel 1967, agli albori dell’era televisiva, l’opera di Debord ha intuito con lucidità agghiacciante che il mondo reale si sarebbe trasformato in immagini, che lo spettacolo sarebbe diventato «la principale produzione della società attuale». Riflessioni ancora che resistono intatte, coordinate essenziali per guardare ora, più di allora alla complessità della civiltà delle immagini. |