In prossimità del suo traguardo naturale, la XVII Legislatura ha portato a compimento alcuni importanti interventi di riforma del sistema penale, sia sostanziale, che processuale. È ben difficile ravvisare nel prodotto normativo finale l’espressione di un progetto unitario, trattandosi di un potpourri di contenuti eterogenei. Non si può negare, tuttavia, l’importanza complessiva dell’impatto riformatore. Sul piano sostanziale, accanto a innovazioni, forse pretenziose - come il tentativo di restaurare, attraverso la riserva di codice, un modello di normazione disarcionato dall'entropia imperante - spiccano l’introduzione di nuove figure di reato (come quella della tortura, lungamente reclamata), il potenziamento delle misure di prevenzione antimafia e, nella direzione deflattiva, la sinergia tra l’estensione della procedibilità a querela e l’estinzione per condotte riparatorie. Non meno incisive sono le riforme processuali, che spaziano dalle intercettazioni alle impugnazioni, dalla cooperazione giudiziaria all'ordine europeo di indagine penale. Molte altre ancora sono le novità, di dettaglio o meno, che per via del numero non possono adesso ricordarsi. Quale che sia il giudizio (difficilmente esso potrà essere unitario), si tratta di innovazioni complesse, che impongono all'operatore un onere di aggiornamento ineludibile e impegnativo. Temi affrontati nel volume: riserva di codice; modifica della procedibilità; intercettazioni; impugnazioni; condotte riparatorie; tortura; crimini domestici; misure di prevenzione; cooperazione |