Da qualche tempo a questa parte, la sociologia italiana ha pressoché cessato di riferirsi al concetto di classe nella convinzione che esso abbia perduto ogni capacità esplicativa della configurazione delle società contemporanee e dei processi di mutamento in atto al loro interno. La presente antologia si muove secondo un'ipotesi opposta a tale convinzione e intende richiamare nuovamente l'attenzione su una problematica che, al di fuori del nostro paese, costituisce tuttora materia di un intenso dibattito teorico e di significative ricerche empiriche. Il contributo di Schizzerotto, che apre il volume, cerca di delimitare il campo di applicazione del concetto di classe e di mostrare come, anche nelle società tardo capitalistiche o post industriali, le classi continuino a rappresentare importanti, benché non unici, elementi di strutturazione delle diseguaglianze sociali. I rimanenti cinque saggi hanno il compito di documentare alcuni dei principali modi nei quali, durante l'ultimo quindicennio, sono state definite le classi sociali e la composizione di classe dei sistemi sociali contemporanei. In particolare i lavori di Poulantzas e di Wright delineano l'arco delle riflessioni compiute su questi temi nell'ambito dello strutturalismo neomarxista. Più esattamente, essi marcano il passaggio da una concezione delle classi fondata sulla teoria del valore lavoro a una visione di esse basata su una definizione più generale ed articolata dello sfruttamento. I contributi di Giddens, Parkin e Murphy rappresentano altrettante |